09.06.10 Pupi Avati

All'anagrafe Giuseppe Avati (Bologna, 3 novembre 1938), è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. Inizialmente tenta una carriera nel jazz (dal 1959 al 1962 fa parte della Doctor Dixie Jazz Ban); successivamente per quattro anni lavora come dirigente della Findus surgelati, quelli che descrive come i quattro anni peggiori della sua vita. Illuminato dalla visione di “Otto e mezzo” di Federico Fellini, tenta la strada del cinema. Nel 1970 ottiene i finanziamenti per girare due film: “Balsamus, l'uomo di Satana” e “Thomas e gli indemoniati”, due horror grotteschi orgogliosamente provinciali.
Dopo aver collaborato alla sceneggiatura di “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, l'ultima fatica di Pier Paolo Pasolini (anche se per questioni di diritti, pur essendo stato pagato, non risulta accreditato), dirige il suo terzo lungometraggio, “La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone”, seguito da “La casa dalle finestre che ridono”, un altro horror di buon livello che con gli anni è divenuto un vero e proprio film di culto. Avati ritorna a questo genere, che sembra proprio adattarsi alla sua personalità, potendo però disporre di budget superiore e di una troupe in cui si può notare la presenza, come sceneggiatore, di Maurizio Costanzo.
Nel 1977, esce “Bordella”, commedia demenziale che vede come interprete tra gli altri anche Christian De Sica, allora giovanissimo. Nello stesso anno, Avati, per confermare il suo talento di maestro del suspense e per far dimenticare lo scarso successo di “Bordella”, presenta il film grottesco “Tutti defunti... tranne i morti” che non convince pienamente la critica e il pubblico pur essendo di un livello superiore al precedente lungometraggio.
Nel 1978 il nome di Pupi Avati diviene noto al grande pubblico in seguito alla messa in onda sulla RAI dello sceneggiato “Jazz Band”, che racconta la storia della Doctor Dixie Jazz Band, seguito da “Cinema!!!” e altri due lavori televisivi di Avati (“Dancing Paradise” del 1982 e “Accadde a Bologna” del 1983).
Nel 1980 scrive “Macabro”, film che segna l'esordio alla regia di Lamberto Bava. Nel 1983, il regista bolognese passa alla commedia, dirigendo il delicato “Una gita scolastica”, ma ritorna al thriller-horror con “Zeder”, giudicato una fra le sue migliori opere dai cultori del genere. Nel 1984, dopo l'amaro “Impiegati”, è nuovamente alla regia di un altro pregevole lungometraggio, “Regalo di Natale”, che avrà poi un seguito nel 2004 intitolato “La rivincita di Natale”. Vengono poi i successivi “Storia di ragazzi e ragazze”, “Bix”, “L'amico di” che si segnala per l'ambientazione negli USA e per i valori di produzione hollywoodiani e l'angosciante horror “L'arcano incantatore”. Nel 1997 gira “Il testimone dello sposo” e nel 1999 “La via degli angeli”. Nel 2003 dopo un periodo di pausa, dirige il sentimentale “Il cuore altrove” che vede protagonisti Neri Marcorè e Vanessa Incontrada che interpreta il ruolo di una giovane ragazza non vedente.
Il 2005 è un anno favorevole al regista, che porta sullo schermo Vittoria Puccini, Paolo Briguglia e Claudio Santamaria nella commedia romantica “Ma quando arrivano le ragazze?” e dirige Antonio Albanese, Katia Ricciarelli e nuovamente Neri Marcorè nel divertente “La seconda notte di nozze”. Seguono “La cena per farli conoscere”, con Diego Abatantuono accompagnato dalle belle Francesca Neri, Ines Sastre, Vanessa Incontrada e Violante Placido, e “Il nascondiglio”, nuova incursione avatiana nell'horror, con Laura Morante nella parte di una donna italiana che rileva un inquietante edificio a Davenport, nello Iowa. Nel 2008 gira “Il papà di Giovanna”, nel 2009 “Gli amici del bar Margherita” e nel 2010 “Il figlio più piccolo”.
Sempre nel 2008 pubblica la sua autobiografia “Sotto le stelle di un film”, e vince il XX Premio Internazionale Ascoli Piceno organizzato dall'Istituto Superiore di Studi Medievali “Cecco d'Ascoli”. Presiede la Fondazione Federico Fellini, nata nel 1995 in memoria del grande regista riminese, che ha esercitato su di lui grande influenza.

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