Anni 40. Sardegna. Efisio Ledda decide che il figlio di 6 anni deve aiutarlo nei campi con le pecore ed evitare di fare la scuola elementare. Gavino, il bambino, viene quindi tolto dalla scuola dopo soli due mesi di lezioni. Per molti anni ha un rapporto di schiavo e padrone e di odio amore nei confronti del padre. Nel momento in cui va a militare riesce finalmente a credere in sé stesso e nell’istruzione che il padre gli ha tolto. Studierà fino alla laurea e dopo diverrà scrittore della propria storia. Il film vince la Palma d’oro al festival di Cannes ed è il primo film per il cinema prodotto dalla RAI che viene conosciuto in tutto il mondo (seguirà L’albero degli zoccoli di Olmi). I fratelli Taviani devono il successo di pubblico, oltre che di critica come era già successo prima, che poi li accompagna per molti anni grazie a questo piccolo capolavoro. In un piccolo ruolo anche Nanni Moretti (lo stesso anno dell’uscita di Io sono un autarchico) che aveva per anni cercato invano di fare da assistente ai due fratelli sul set e che avrebbe poi descritto sé stesso neipersonaggi che nei primi film insistono per lavorare con lui come aiuti regista (vedi specialmente Sogni d’oro).