Periferia di Roma, primi anni settanta: la vita quotidiana di una famiglia (circa venticinque persone tra genitori, figli, consorti, amanti, nipoti e nonna) si svolge nella povertà di una baraccopoli. A capo di tutti c'è il vecchio Giacinto Mazzatella: di origine pugliese (di cui conserva il dialetto), guercio, dispotico e fedifrago, tratta familiari e vicini al pari delle bestie. Questi possiede un milione di lire, risarcimento dell'assicurazione per aver perso un occhio, ed è ossessionato dal fatto che i parenti glielo possano rubare, per cui lo nasconde continuamente in luoghi diversi e quando, a volte, si scorda dove lo ha messo, crede che gli sia stato rubato e tenta, senza mai riuscirci, di ammazzare il primo parente che gli capita sottomano.
S'innamora ricambiato di una gigantesca prostituta napoletana, Iside, con la quale inizia a dilapidare i soldi, e che si porta in casa attirandosi le ire della moglie. Questa, per lavare l'affronto, organizza con tutti i parenti l'assassinio di Giacinto con del veleno per topi nella pasta, ma tutto risulterà inutile: i soldi sono stati troppo ben nascosti dal vecchio che è sopravvissuto al veleno ingerendo acqua di mare e vomitando i resti della pasta. Tornato in forma, per acquistare una vecchia cabriolet vende (all'insaputa di tutti) per 800.000 lire la baracca ad un altro sfollato, che si presenta con la famiglia per prendere legittimo possesso dell'abitazione. Giacinto arriva con l'auto proprio mentre le due famiglie si azzuffano, e distrugge la baracca. Finale con le due famiglie riunite in un'altra baracca, e Giacinto che minaccia tutti di cacciarli via dopo aver recuperato i soldi, che metterà definitivamente al sicuro facendoseli ingessare al braccio.
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