Vittorio Basile è un armatore che inventa "un fiore all'occhiello dell'ingegneria navale italiana" per dare lustro alla città di Napoli. Ma l'avidità del faccendiere Salvatore Lo Giusto, detto 'o Re, e della bella Angelica Carannante, promessa sposa di Basile, mettono fine alla vita e ai sogni dell'armatore lasciando la piccola Mia, figlia di primo letto di Vittorio, nelle grinfie della matrigna e dei suoi sei figli - cinque femmine e un "femminiello" - che affibbiano alla bambina il soprannome di Gatta Cenerentola. Riuscirà Primo Gemito, ex uomo della scorta di Basile, a riportare la legalità nel porto di Napoli e a sottrarre Cenerentola alla sua prigionia?
L'animazione è totalmente immersiva (trattandosi di una vicenda che ha l'acqua come sua presenza costante) e tridimensionale nel senso più autentico del termine: la profondità di campo è data soprattutto dalla stratificazione del disegno e da accorgimenti di classe come la presenza costante nell'aria di pulviscolo, cenere e assortito (umano) debris. Perché Gatta Cenerentola è soprattutto una storia di fantasmi, anzi, di quelle proiezioni che sono l'essenza stessa del cinema: in questo senso la squadra di Rak dovrebbe cimentarsi, al prossimo giro, con la versione animata de "L'invenzione" di Morel.