Nel settembre del 1939 la Polonia viene invasa, ad ovest dalle truppe naziste e ad est dall’Armata Rossa. È l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Migliaia tra soldati e ufficiali polacchi vengono arrestati dai russi e deportati in campi di concentramento. Su ordine di Stalin nel 1940 circa 20.000 di loro saranno uccisi e seppelliti in fosse comuni nella foresta nei pressi di Katyn. La responsabilità dell’accaduto fu scaricata sull’esercito tedesco, e la verità fu insabbiata fino al 1990 quando la Russia ammise finalmente le proprie colpe. Raccontando la storia del suo Paese, Wajda racconta anche la propria e la memoria della perdita del padre a Katyn fa da eco alla vicenda di Anna, la moglie di un ufficiale di Cavalleria arresosi all’invasione nemica. Alla proposta della donna di ritornare a Cracovia, Andrzej rifiuta di togliersi la divisa e venir meno alla fedeltà verso la sua nazione e in attesa del suo destino, si avvia assieme agli altri a salire sul treno diretto ad est, mentre Anna tenta di far ritorno alla città natale.